CITY OF STARS, LA
City of stars, LA
For years I've been going, at night, to the silence, awesome and full of lights, of Griffith's balcony. A view that no one can tell you, you just have to go. I lived wonderful moments there, the magic was real, then LA Land came to the theaters, and now this incredible place doesn't exist anymore, because of millions of tourists everywhere and everytime, trying to see what you can't see in the movie. You drive the Mulholland, you drive through this infinity called Los Angeles. There are a lot of places full of sci-fi fantasy, empty landscapes, distant neighborhoods. On the cover, for example, there's the raw color of downtown, seen from the Angel's perspective, over Dodgers Stadium, the color of an LA that allows everyone to be free to follow their dreams. Free to fail, to start over, to keep trying, to fail or to win. Because dreams must be respected. From the time children start telling us. Per anni, di notte, sono andato nel silenzio, magnifico e luminoso, del balcone all'osservatorio Griffith. Dove ho vissuto momenti indimenticabili e dove la magia diventava tangibile.Poi è arrivato LA LA Land, e quel posto silenzioso non esiste più, sopraffatto da colonies di turisti desiderosi di vedere quello che nel film è appena mostrato. Allora ti cerchi nuovi posti, vai per la Mulholland Drive e per altri posti in quell'immensità che si chiama Los Angeles. Ce ne sono infiniti, pieni di suggestioni fantasy, di panorami deserti, di sperdute periferie. Nella foto di cover, per esempio, il colore, crudo, di downtown visto dall'Angel's Point, sopra il Dodgers stadium. È il colore di una Los Angeles che lascia tutti liberi di rincorrere i propri sogni. Di provarci, di fallire, di riiniziare, di insistere. Perché i sogni vanno rispettati. Fin da quando i bambini iniziano a dirteli.
All words and photos by Ray Morrison